lunedì 27 luglio 2015

Aristofreak

Una nuova tipologia di fancazzisti si va delineando da una decina di anni.
In realtà è una evoluzione mistificatrice dei frikkettoni, dei figli dei fiori sessantottini, con i quali hanno in comune soltanto il vestiario finto trasandato ed i capelli, spesso lunghi, spesso sporchi, ma non perché non possano lavarseli.
Li vediamo sul palco il primo maggio, sono pace, amore e ambiente, vanno a farsi i selfie in Africa con viaggi pagati da onlus non meglio definite, spesso fanno il gioco di multinazionali farmaceutiche, forse inconsapevolmente. Forse no.
Sono gli aristofreak, generalmente figli di radicalchic imballati di soldi (sinistra e destra al caviale unite), oppure di capitalisti nazistoidi (non nazisti, non confondetevi), in prosecuzione o in disaccordo con le convinzioni genitoriali.
Indossano sandali di cuoio Timberland e giacche di velluto con toppe sui gomiti da 500 euro, schifano l'outlet, preferiscono l'equo e solidale; hanno la bicicletta elettrica, ma da 2000 euro; hanno il suv BMW, ma lo prendono soltanto per andare a Cortina con l'autista; hanno un debole per l'etnico, non per rispetto delle "culture altre", ma per ostentare cimeli come i cacciatori di leoni in un safari.
Non si muovono senza bonghi e chitarre, ma non sanno suonarli, quando si riuniscono, la musica muore.
Se contesti mezza cosa sei subito etichettato come fascista che ti opponi alle loro sacre convinzioni, spesso non colgono la contraddizione.
O non vogliono coglierla, il risultato, comunque, non cambia.
Sono pro Palestina, ma non disdegnano gli editoriali di Gad Lerner.
Impiccherebbero Berlusconi e malsopportano Renzi.
Leggevano Manifesto ed Unità, ora sono uniti dal Fatto quotidiano, forse per simpatia ed assonanza con il loro stato psicofisico "ashishetico".
Stimano Travaglio: "cognome" omen.
Hanno riserve su Santoro, ma non a sufficienza.
Sono nazionalisti conto terzi, si battono per l'indipendenza di Stati mai sentiti, ma se ti azzardi a difendere gli autoctoni di Tor Sapienza sei un razzista: "anche i clandestini hanno gli stessi diritti di chi paga le tasse da 50 anni!", dicono.
Se dissenti, ti rinfacciano di aver dimenticato l'emigrazione italiana di inizi '900.
Gli rispondi che ce l'hai ben presente, che la sorella di tua nonna è stata reimbarcata, si è ammalata morsa dai topi e l'hanno gettata ancora viva nell'oceano Atlantico per evitare che morisse a bordo e che il suo cadavere impestasse il resto dei passeggeri e l'equipaggio.

A corto di argomenti, ti liquidano con un "Buona vita, razzista fascista" o "Pidiota", ma non sono "pentapentiti".
Se li incontrate, evitateli.
Salvate ogni minuto della vostra vita.