lunedì 10 dicembre 2018

Ridisegnare (male) l'Europa


Mesi fa, in tempi non sospetti, ripresi il tema della rivolta nelle banlieue del 2005.
Il problema, allora, sembrava essere circoscritto alle periferie, agli emarginati, agli immigrati.
All'Eliseo c'era Sarkozy, uno più preoccupato dell'accordatura della "chitarra" della moglie e del suo piffero d'accompagnamento che dei problemi da risolvere.
La tolleranza zero fu il rimedio, tipico di chi non vuole noie nel suo tempo e nel suo tempio.
Hollande e Macron sono stati poi, rispettivamente, il cuscinetto e la purga sotto mentite spoglie.
I francesi – che per "tigna" superano inglesi e tedeschi – sono stati a guardare fino a un certo punto.
Poi hanno detto basta.
Non credo nei movimenti di popolo.
Nei loro convincimenti, però, crede la democrazia.
La polizia europea arriverà alle urne?
Mi preoccupo per la Francia?
Neanche un po' se non in funzione del fatto che un'alleanza con i grillini-gilettini d'oltralpe significherebbe un ridisegnare un già disgraziato assetto europeo, ponendo la Germania nell'antipatica posizione già vista due volte nel secolo scorso.
Tra Brexit, individuazione folle del nemico, perdita di vista degli obiettivi primari di una unione mai realizzata, pesanti influenze da nordest, medio ed estremo oriente e sudest (Suez), la soluzione non potrà che essere di tipo militare.
Salvini e Di Maio, a quel punto, saranno l'ultimo dei nostri problemi.