Fratelli d'ignavia,
l'ignavia è sì lesta,
dell'uomo è lo scempio,
ma si monta la testa.
Dov'è la lordura?
È virgin la donna
che parla giù a Roma?
O già Grillo parlò?
Finiamo le scorte,
non siam pronti a la morte.
Mangiamo le torte,
l'ignavia mangiò.
Finiamo le scorte,
non siam pronti a la morte.
Trombiamo sì forte,
l'ignavia chiavò! Sì!
Fottuti da secoli
sconvolti e illusi,
perché non siam popolo,
perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
barca trireme:
affogar tutti insieme,
affondare si può.
Uniti, sniffiamo.
Lerciume e fetore
rivelano ai popoli
le vie dell'odore.
Pensiamo sia libero
il suolo natìo:
uniti, per Dio!
Ma chi bestemmiò?
Dall'Alpi a Sicilia
dovunque c'è guano,
ogn'uomo di paglia
fa un colpo di mano.
Gli spaghetti d'Italia
si chiamavan Barilla,
ma il gong già squilla:
un cinese suonò.
Crukki che bruciano
le Lire vendute:
già il sugo al ragù
le penne ha perdute.
Il sugo d'ignavia,
il sugo piccante,
mangiossi il brigante,
ma il cul gli bruciò…