Senza timor di smentita, si può tranquillamente affermare che la UE sia una unione economica e non politica.
Ebbene, tale unione europea dovrebbe sottostare, in quanto tale, a
regole economico finanziarie che disciplinano le Borse del Vecchio
continente.
Se è vero, come è vero, che lo spread è il
differenziale di potere d'acquisto tra titoli di Stati diversi, è anche
vero che questo dovrebbe ricadere nelle regole di eccesso di ribasso ed
eccesso di rialzo, fissate in +10% e -10% nelle contrattazioni europee.
Proprio per evitare speculazioni criminali, contrastate dal garante per la concorrenza (antitrust).
Trattandosi di titoli di Stato - pertanto aventi implicazioni
sociologiche, oltre che mercantilistiche - le quote dovrebbero essere
ridotte a 5 punti percentuale max sia in negativo che in positivo,
ovvero una oscillazione di 10 punti, anziché 20.
Ma su questo
argomento dovrebbe intervenire il Parlamento europeo che è, però,
preoccupato più di regolamentare le unioni gay, che di evitare stragi
economiche.
Come decidere chi è in eccesso?
Ovviamente sulla base media dell'andamento, ammesso e non concesso che i dati non siano falsati.
Secondo tale schema, sarebbe la Germania a sforare per rialzo e non la
Grecia per ribasso, ripristinando un principio etico che, però, mal si
adatta alla visione mondialista degli euroburocrati.
Infatti Wall
Street non adotta tali limiti: potenzialmente i titoli azionari possono
raggiungere il differenziale 100% (+50% -50%).
Oltre tale limite vi
è il crack, che può essere indotto (1929) o generato da emissione di
troppa moneta, seppur virtuale, in previsione di stime di rientro
fallaci (2008, mutui subprime).
Tuttavia la situazione per loro è ben diversa.
Per spiegare la rendita di posizione, potremmo portare l'esempio dei
vasi comunicanti, non a caso si parla di liquidità: una moneta
cosiddetta debole è posta su un piano inferiore, ma ha potenziale di
vendita maggiore rispetto a quella superiore, che avrà, invece, forte
potere di acquisto.
Se il comune dimezza l'erogazione di acqua
corrente, i primi a non fruirne saranno quelli dei piani alti, il piano
terra sarà l'ultimo a non fruirne e le cantine continueranno ad avere
acqua.
Viceversa, in caso di alluvione, saranno quelli dei piani bassi a subire danni.
Questo spiega l'iper produttività di USA e Cina: avere sempre qualcosa da vendere è fondamentale per non annegare.
In sostanza il potere di acquisto è importante soltanto per l'utente
finale, gravato inoltre da IVA non scaricabile o recuperabile, per tutti
gli altri è più importante il potenziale di vendita a patto di avere
qualcosa da vendere: cianfrusaglie cinesi o smartphone e tablet.
Tutto ciò grazie ad una economia forte in quanto sovrana (la Fed stampa
dollari) affiancata da una politica federale tra stati equiparati (per
intenderci, gli stati americani Usa possono essere assimilati alle
nostre regioni con governatore).
In ogni caso, l'antitrust, da quelle parti, ha un gran da fare.
E noi, come al solito, abbiamo adottato il modello sbagliato.