sabato 22 luglio 2017

Campanilismo in negativo



Laura Boldrini e Tito Boeri rilasciano dichiarazioni pubbliche che potrebbero essere smentite da uno studente al primo anno di economia e commercio appassionato di "Prima nota" (di Stato), ovvero la verifica immediata di liquidità di cassa, cioè il differenziale tra entrate e uscite che determinano attivo e passivo di una attività.
Ci spieghiamo.
Una risorsa (bianca o nera che sia, pardon) deve pagare le tasse e i contributi previdenziali, ma per farlo deve essere assunto e in regola con tutto quanto ciò concerne.
Ora, visto che le assunzioni scarseggiano (anche se in misura maggiore per gli italiani), lorsignori dovrebbero spiegare quali siano i vantaggi oggettivi se loro stessi sospettano e denunciano lo sfruttamento della maggior parte degli extracomunitari clandestini che lavorano in nero?
Le assunzioni per gli extracomunitari convengono al datore di lavoro, ma questo è stato codificato da quel medesimo Stato che non sa far sviluppare, anzi schiaccia con pressione fiscale esorbitante, la produzione e crescita autoctona, una discreta contraddizione, no?
Inoltre, Cassa integrazione, disoccupazione, sussidi e quant'altro vengono percepiti in egual misura da italiani ed extracomunitari?
Oppure vi sono corsie preferenziali?
Le schede in merito sul sito istituzionale dell'INPS sono criptiche e sibilline, molto difficile trarre dati per un cittadino senza competenze fiscali e tributarie.
Occorrerebbe un po' più di trasparenza e un po' meno burocratese, ma – come diceva Andreotti – "nel torbido si pesca meglio".
Tutto ciò premesso, l'alternarsi di "cialtroni al potere" sta facendo maturare nelle persone cosiddette "comuni" la convinzione che chiunque possa ricoprire una carica istituzionale.
Non è così, ma è molto pericolosa questa deriva populista.
Distruggere è sempre più facile che costruire. E sembra sia quel che stanno facendo.
Ogni giorno sono in contatto con italiani, persone reali (non soltanto profili da social network) che chiedono aiuto.
Non hanno un tetto, dormono dove capita, mangiano avanzi e si lavano quando ci riescono, sono stati gettati in mezzo alla strada da un giorno all'altro da gestioni scriteriate anche parastatali e lo Stato dice di non poterli aiutare.
Non sono per l'assistenzialismo, per carità, sono per il rimboccarsi le maniche, sicuramente, ma quando i soldi spuntano fuori da qualche cilindro nascosto soltanto per alcune cose, qualcosa non torna.
Ed è allora che mi interrogo su questo campanilismo in negativo.

La spiegazione? 
Probabilmente l'appartenenza ad una popolazione, anzichè ad un Popolo, non è altro che una convivenza forzata su medesimo territorio con medesimi diritti e doveri.
La contraddizione risiede nel fatto che metà della popolazione italiana è più disposta verso i "poveri codificati", meglio se stranieri, che verso i propri connazionali, ritenuti parassiti e nullafacenti, anche se non per loro desiderio.
Andate a lavorare! urlano gli italiani "di buona volontà" agli italiani "fannulloni", ma hanno sempre pronto un "poverino" radical-chic per il "negretto" affogato.
Parole forti? 
Sicuramente, salvo poi scoprire che, quel benefattore a chiacchiere, riceve lo stipendio da una multinazionale che trivella l'Africa in lungo e in largo.
Nulla di male, è pur sempre un lavoro, ma almeno stia zitto, non si lavi la coscienza con l'acqua sporca di sangue.
L'altra metà, invece, pone la tutela dei propri connazionali (compreso l'altro 50% che li vorrebbe vedere affogare nei debiti) al di sopra di qualsiasi persona che sopraggiunga sul posto esigendo diritti e scaricando i doveri su chi paga tasse anche per loro.
Questi ultimi sono etichettati come razzisti, ma sono quelli che risentono maggiormente della "concorrenza" sulle previdenze, oppure sono persone che si interrogano su che cosa non stia funzionando.
In tutto questo brodo sugoso, Boldrini (nipote di petrolieri) e Boeri (che probabilmente vorrebbe ritirare dal mercato qualche suo vecchio libro in proposito) fanno lauta scarpetta, anche se, soltanto un anno fa, litigavano proprio sulle rispettive prebende.
Un accordo, quando ci sono i soldi, si trova sempre…

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