lunedì 13 agosto 2018

Il mostro gialloverde e…


La resa dei conti

Dati Gennaio 2018 - Il Fatto Quotidiano

La situazione politica attuale è probabilmente frutto di un "congiuntura comportamentale" delle principali forze antagoniste che – per semplificare – chiameremo DESTRA e SINISTRA.

Prologo

A DESTRA ci si è sempre presi un po' troppo sul serio (da Odino a Wagner,  tra tavole rotonde e Conclavi plebiscitari al Papa polacco, però) in una bellissima ed immaginifica visione della realtà, a volte confermata, ma più spesso smentita da fatti e personaggi susseguitisi sulla scena.
Che cosa divide la DESTRA?
È forse la questione impegnativa del "Dio, Patria e Famiglia", impossibile da gestire tra monoteismi cristiani (ed ebraici) e politeismi del Walhalla? tra repubblicani, monarchici e sansepolcristi? tra "famiglia Brambilla" e "stile Califano"?
Vedremo più avanti.

A SINISTRA, invece, ci si prendeva meno sul serio, consapevoli del fatto - non di essere seri - ma di essere "culturalmente" (e a ragione, per molti versi) molti gradini più in alto, anche se aver letto molti libri non significa necessariamente averli compresi o correttamente interpretati.
Su questa riva, comunque, a prima vista, le cose sembravano semplificate.
Vediamo subito.
Nessun Dio di alcun Tempio cui rendere grazie, nessuna Patria da onorare, né Nazione da difendere, ma soltanto uno Stato marxista (spesso assistenziale).
Mentre la diatriba (occultata) era tra "famiglia Fantozzi" – che scopre le teorie del "proletariato vessato dai padroni" soltanto grazie alle rivelazioni "dotte" di un Folagra metà anarchico, metà autonomo nelle intenzioni, ma tragicamente "dipendente" nei fatti – e lo stile "Ikarus" di D'Alema, archetipo del radicalchic nell'immaginario collettivo di DESTRA, che addirittura schifa Capalbio per veleggiare dove più gli pare: lui – secondo alcuni – i Rolex li indosserebbe una volta soltanto, poi li regalerebbe agli "inferiori", cosciente di quanto lo status symbol sia più una gabbia, che un paio d'ali.
Anche se Icaro – aggiungiamo – con le sue (di cera) poi precipitò essendosi avvicinato troppo al calore del sole (dell'Avvenire*).

Non sto qui ad elencare la bibliografia e la biografia degli autori di riferimento relativi alle appropriazioni indebite dell'una e dell'altra parte.
È corposa e la potete trovare facilmente in rete, mantenendo distacco, senso critico e verifica incrociata delle fonti, però: non chiedete mai all'oste se il suo vino è buono, la risposta sarà ovvia.

Quanto espresso farà mugugnare gli intellettuali (o presunti tali) soprattutto di DESTRA, ma è un fatto: il divario tra "chi ha studiato" veramente e chi si è pigramente appoggiato alle teorie "destrorse" e "sinistrorse", spesso travisandole e manipolandole ad usum delphini, è abissale.
È la nota teoria del lampione spento di notte**: anche se non si vede a un palmo dal naso – anzi, proprio per questo – è pur sempre un appoggio.

*-**A DESTRA sostengono che non c'è notte così lunga da impedire al SOLE di risorgere con riferimenti più al Dio Sole che alla stella che ci scalda e illumina, a SINISTRA aspettano ancora il Sol dell'Avvenire, ma utilizzando medesima iconografia del Sol Levante che, però, nasceva prima sul Giappone dell'asse Ro-Ber-To dell'Imperatore Hirohito (il Patto d'Acciaio con Hitler e Mussolini) che sulla Cina comunista di Mao.
Avvenire è anche la Testata indipendente, ma di ispirazione cattolica che tratta notizie di interesse socio-umanitario con i medesimi toni dell'apertura all'accoglienza auspicata dalla sinistra, ma con motivazioni dalle sfumature diverse.
Particolari, si dirà, ma comunque interessanti per avere un quadro completo sulla visione delle due fazioni.

Quindi, sintetizzando:

- a DESTRA si schierano alcuni intellettuali relativamente rilassati, altri nervosi, se non isterici pseudo intellettuali radicalchic e, infine, militanti variegati non classificabili in dettaglio, più o meno estremisti e non sempre presentabili nei salotti buoni, poiché, al pensiero ponderato, preferiscono l'azione non ponderata.
Stanno quasi tutti in piedi: Marcia su Roma!

- a SINISTRA ci sono intellettuali quasi sempre in piedi, poi intellettuali e non seduti o sdraiati, comunque molto rilassati radicalchic e, da ultime – funzionali, per voto e utilizzo – ci sono le masse proletarie alla mercé, un po' per scelta di comodo, un po' per obbligo naturale, a quanto è dato sapere.
In piedi e di corsa: la Lunga Marcia.

Un esempio metaforico accessibile a tutti

La DESTRA postfascista di Almirante e predecessori ha ideologicamente fornito case nere del fascio con mobili neri nelle quali abitare, ma non si poteva cambiare né il colore, né la disposizione interna.
Ciò è funzionale alla rigida (e auspicata) formazione di derivazione militare del "camerata", ma – esaurito il tempo della militanza, che termina inesorabilmente dopo qualche anno – l'impostazione marziale va stretta a tutti, sia agli intellettuali (tra i quali ci sono spocchiosi "battitori liberi", come amano definirsi) sia agli ignoranti che pensano ormai di sapere e che fanno della spocchia di rimbalzo un innalzamento culturale da guerriero rozzo a samurai evoluto, fino a grottesco piccolo borghese dal Saluto Romano facile.
Gesto del quale non comprendono le impegnative implicazioni diritti/doveri di una società che non contemplava libertà e democrazia, ma impero aristocratico e schiavitù plebea.
Insomma, si vorrebbero unire la marzialità di Sparta e la cultura di Atene, se si preferisce come esempio.
Bello e impossibile.

La SINISTRA antifascista di Togliatti (più che comunista di Berlinguer o Ingrao) ha, invece, ideologicamente fornito mattoni rossi per costruire case e mobili rossi da posizionare come si riteneva più opportuno.
Ciò ha dato la sensazione, ingannevole, di libertà e uguaglianza – sfociando spesso nell'anarchia illusoria (Folagra-Fantozzi) – a tutti i compagni, i quali l'abitavano felici (talvolta a sbafo) e si sentivano tutelati nella casa pur rossa dai mobili pur rossi con i cassetti pur rossi.
Una "militanza diluita", quasi inconsapevole, più furba che intelligente e assai meno impegnativa per tutti, ma sicuramente più funzionale* al Partito che a loro stessi come singoli: la differenza tra unità ed unione più volte ribadita altrove.

*Quando fu il momento della responsabilità di Governo voluta da Berlinguer, sia i seguaci di Amendola che quelli di Ingrao (per non parlare di quelli di Cossutta) fecero un silenzioso e cauto passo indietro: era meglio rimanere all'opposizione, sotto l'ascella sinistra protettiva della DC, anziché rischiare crisi di fiducia delle quali assumersi responsabilità davanti al popolo che avrebbe iniziato a porre scomode domande su come mai i difensori dei proletari, una volta al governo, non fossero capaci di attuare le premesse e le promesse dello Stato perfetto.
Togliatti era morto da tempo, chissà come avrebbe agito?

PS: L'intellettuale-contadino è uno studioso di buona famiglia con l'hobby dell'orto in casa; il contadino-intellettuale è un povero bifolco con aspirazioni superiori; il primo è un radicalchic "di sinistra", il secondo è un proletario comunista autentico.

Lo status quo

Ci fu, quindi, il tentativo dello sfondamento a SINISTRA da parte della DESTRA "transigente" (non si equivochi e non si estenda arbitrariamente, continuate a leggere) che ha visto pochi esponenti di quel mondo impegnati nel tentativo – intrapreso più o meno in buona fede, più o meno seriamente, ma comunque miseramente fallito – che non piacque ai duri e puri "intransigenti".
Ne citiamo tre tra quelle che riteniamo maggiormente rappresentative nel panorama del Movimento Sociale post Almirante, anche se in esse, ad esse e da esse sono inglobate, congiunte e ne sono scaturite altre che tutt'ora rappresentano la scriteriata frammentazione del centro-destra/destra/estrema-destra.
Ci si riferisce, in particolare*:
- all'«Abiura di Fiuggi» e al «Male Assoluto» di Gianfranco Fini con Alleanza Nazionale;
- all'evitare inutili e dannosi «torcicolli in camicia nera» (ma senza rinnegare il passato) di Pino Rauti;
- alle notevoli disamine di Giano Accame, probabilmente il più equilibrato nell'esporre lucidamente la propria teoria della retorica della transigenza**, la quale avrebbe meritato maggiori attenzione e seguito.

* NB: Se questo excursus vada dal migliore al peggiore o viceversa, oppure in ordine diverso, dipende da chi legge, non da scrive. 
** Per approfondimenti: 
RETORICA della TRANSIGENZA - Giano Accame attraverso i suoi libri, di Carlo Gambescia, Edizioni IL FOGLIO, Piombino, giugno 2018.

Poi venne il turno della SINISTRA: sopravvissuta "miracolosamente" a Tangentopoli – forse graziata da Di Pietro, chissà? – ma pesantemente fiaccata dalla caduta del Muro di Berlino (e di Mosca), fu costretta a provare con lo sfondamento a DESTRA, con i vertici oramai consapevoli del fatto che la strada del "comunismo ad oltranza" fosse – se non un vero e proprio vicolo cieco o addirittura un suicidio – quantomeno un percorso giunto al bivio delle "decisioni epocali", per dirla con Pino Rauti*.
Ecco spiegate le continue metamorfosi dell'ex PCI con le numerosi ridenominazioni nel tempo fino a giungere al Partito che si definisce Democratico per antonomasia, tradendo, così facendo, le stesse intenzioni democratiche.

*Pino Rauti, un politico molto più attento alle modificazioni in atto tra le file degli avversari che presso le proprie, probabilmente sottovalutandone o sopravvalutandone i componenti.
Un errore strategico, più che tattico, se vogliamo: nonostante il proverbio diffuso "camerata, camerata, fregatura assicurata", Rauti si fidava del suo entourage, anche perchè, dopo la scissione di Fiuggi, non era poi così numeroso: era solito dire che più che militanti erano rimasti milipochi, dimostrando spirito umoristico in una situazione preoccupante per il MSFT.
Di questo parlerò più approfonditamente in un capitolo dedicato di un libro di prossima pubblicazione che riprende le argomentazioni citate nella nota precedente.

Epilogo

Il ventennio che da Occhetto porta a Renzi, passando per D'Alema, è testimonianza della trasmutazione auspicata dalla SINISTRA, anche se ciò ha creato facili entusiasmi prima e altrettante delusioni e disillusioni poi.
Pertanto, mentre i pochissimi duri e puri di entrambe le sponde sono rimasti fermi dove erano – ma senza rappresentanti all'altezza del gravosissimo compito irrazionalmente autoassegnato – il grosso del bacino di consenso si è fisiologicamente travasato in 5 Stelle.

Grillo e Casaleggio.
Infatti, così come la Lega Nord e la Liga Veneta intercettarono il malcontento tra i nordisti verso il centro-sud "pigro e ladrone", così l'architetto (Casaleggio) – non il geometra (Grillo) – ha intelligentemente intercettato il malcontento tra popolino e governanti, inventando dal nulla (è il caso di ribadirlo: NULLA) un Movimento destinato a diventare "partito", cosa peraltro già inclusa nella partizione concettuale iniziale: "noi siamo tutti onesti, chi non è con noi è un ladro".
Un'inversione dell'onere della prova assertiva esclusiva e non inclusiva (se sei onesto, vieni con noi) tipica di chi non ha altri argomenti se non quelli costruiti su un tavolo di un'agenzia pubblicitaria per inventare un plus per un prodotto che non ne ha.
Infatti si tratta di una commistione tra inclusivo ed esclusivo che è una contraddizione in termini trasformata in slogan di successo e di consenso.

Salvini.
Non è neanche un caso che pure la Lega abbia cambiato pelle, cioè che da movimento separatista/secessionista esclusivamente "padano" si sia trasformata nel "Partito di Salvini", Nazionalista "ad libitum et officium", con codazzo di sovranisti di comodo.
Ciò non meraviglia: l'esperienza da gregari "fondamentali" con Berlusconi ha insegnato loro come comportarsi, anche se, sia la Lega, quanto i 5 Stelle, sono innamorati della voglia di governare che aveva Berlinguer, ma ignorano completamente le motivazioni della prudenza di Amendola, Ingrao e Cossutta: il popolo elegge, il popolo distrugge.

Conclusioni

Quando parlo di mostro bicefalo/acefalo gialloverde, mi riferisco a questo brodo "ultimordiale" (scusate l'ennesimo neologismo orribile, ma visionario e calzante).

La stella da sceriffo è sul cuore, a SINISTRA, il portafoglio è nella tasca posteriore DESTRA, portando la mano dall'una all'altro ci si ferma spesso sulla pistola, quando si arriva al redde rationem.

Di Andreotti ne nasce uno ogni duecento anni, di cialtroni opportunisti ne nascono dieci al giorno.

Nessun commento: