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Snob? Radicalchic? Razzista?
No, lo snob è colui che non è degno (sine nobilitate), ma ostenta un lignaggio non proprio. Un "vorrei, ma non posso".
Il radicalchic, invece, è un "potrei, ma non voglio", o meglio un "faccio finta" di amare e rispettare tutti.
Il radicalchic, invece, è un "potrei, ma non voglio", o meglio un "faccio finta" di amare e rispettare tutti.
Il razzista, infine, è colui che – spesso senza tornaconto, ma per paura di perderne qualcuno – oltraggia i diversi da lui.
Xenofobia significa appunto paura dello straniero (del diverso, dell'altro da sé, in estreme visioni contemplate nelle varie declinazioni della psicologia e della sociologia). Spesso confuso con l'omofobo, sarebbe più corretto definirlo eterofobo.
Ovviamente dipende tutto dal significato che attribuiamo alle aggregazioni umane.
Ovviamente dipende tutto dal significato che attribuiamo alle aggregazioni umane.
Tutto ciò può trasformarsi in odio, ma non ne è sinonimo.
La legittima difesa del proprio territorio, ad esempio, non è razzismo, ma tutela di un ordine che, in fondo, piace a tutti.
Quando, da bambino, venivo trattato male gratuitamente da coetanei con altre abitudini (risposte sgarbate, nulla di più: il bullismo non esisteva), mi chiedevo sempre perché lo facessero.
Poi capii e il servizio militare, con gli ultimi sussulti del "nonnismo", me lo confermò.
Era per paura, soltanto paura.
E tanta insicurezza mascherata da spavalderia.
Crescendo i parametri cambiano, ma le motivazioni rimangono sempre le stesse.
Mobbing e bossing ne sono la dimostrazione.
Se funziona un "socialnetwork" e non funzionano i rapporti interpersonali reali, forse, è per il medesimo motivo.
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