La tendenza a identificare il partito con il suo massimo rappresentante - se non creatore - non è pratica nuova.
Limitandoci agli ultimi cento anni in Italia, Gramsci, Mussolini, Togliatti, Berlinguer, De Gasperi, Moro, Fanfani, Andreotti, Craxi, Almirante, Rauti, Berlusconi, Bossi, sono stati tra i casi più eclatanti, alcuni assurti a vessillo, altri a guida per l'ambiente di riferimento.
Alcuni presi ad esempio, seppur anacronistico, altri ostracizzati e destinati all'oblìo: dover ammettere che chi aveva torto aveva ragione (e viceversa) è difficile anche per il più obiettivo e apartitico degli intellettuali.
Con Berlusconi, però, abbiamo assistito ad una svolta: si è passati dal "padre-padrone" politico-ideologico a quello politico-economico, ovvero dalla proprietà intellettuale a quella materiale del partito o del movimento, che però reinterpreta e recupera la materialità assegnandole utile dignità: ciò la fa assurgere a valore pseudo-ideologico, ma anche molto pratico.
Ci spieghiamo meglio: Berlusconi ha fatto più favori come imprenditore (in qualsiasi accezione intendiate la funzione) o come politico?
Probabilmente più come imprenditore, anche se la "copertura politica" divenne necessaria per proseguire le attività imprenditoriali.
E questo dimostra l'annoso quesito: chi votava Berlusconi?
Moltissimi, soprattuto quelli che negavano di farlo.
Con Grillo, invece, si verifica l'esatto contrario: dichiara di aver votato 5 Stelle anche chi non lo ha fatto, altrimenti sarebbe un plebiscito.
Potenza dell'onestà sbandierata.
Premesso
tutto quanto detto, mi chiedo quale sia il ruolo politico esatto ed effettivo di
Grillo e che cosa ne potrebbe essere dei pur tanti orfani dopo la sua "morte
politica"?
6 commenti:
Bella domanda. Dovremmo interrogarci sul ruolo di Casaleggio jr e sull'esistenza o meno di una ideologia grillina... Ci penserò. Ottimo articolo, complimenti.
Già, ciccia, idee o fuffa? ;)
Grazie del commento
Mi sembra un articolo di parte. Che analizza un solo aspetto e lo dipinge prevalentemente come negativo. Non indaga le novità introdotte dal M5S ed i possibili risvolti positivi per la situazione italiana. Al solito è facile criticare e basta, fare la Cassandra per poi godere dietro il "ve lo avevo detto" o compiacersi della propria chiaroveggenza (che poi è solo calcolo statistico, perché se "uno su 1000 ce la fa", dicendo "non c'è la fa", ci si azzecca 999 volte). Una critica buona deve essere costruttiva, fornire suggerimenti al problema, soluzioni alternative, altrimenti distrugge e basta e rende complici del fallimento, della continua regressione, involuzione del ns paese.
Secondo me un giornalista dovrebbe cercare di produrre critiche buone, per la responsabilità istituzionale della stampa di aprire i dialoghi, far riflettere e di dare speranza, indicazioni x un compromesso, che porti una evoluzione; non facendolo si semplifica forse la vita ma chiude il dialogo e si espone ad un processo, ineluttabile ed autoalimentato, di perdita di libertà (e l'Italia è al 77 posto nel mondo). Si viene letti solo da chi la pensa allo stesso modo.
Quelli del M5S sono giovani, sono inesperti, devono imparare le malizie della politica, ma, almeno ad oggi, sono onesti, in buona fede e direttamente collegati ai cittadini; tutte cose che mancano alla "vecchia" marcia politica da troppi anni, oramai talmente distante e autoreferenziata da fottersene dei cittadini in modo talmente scientifico e sistematico da diventare doloso e criminale. Sono solo all'inizio e possono migliorare molto.
Probabilmente sà anche spiegare perché il M5S ha preso il 30% dei voti in pochi anni, a costo zero e con tutti i poteri forti contro. Populismo? Fortuna? Caso? Tutto pur di non riconoscere bravura, capacità, tempismo, necessità storica.
Il M5S è una realtà nuova basata su concetti nuovi, magari deboli, inadatti, effimeri, ma nuovi. E chi non sa cogliere il nuovo, di solito, è definito vecchio. I vecchi che osteggiano i giovani sono di solito quelli che hanno sprecato la loro gioventù, magari proprio dietro i vecchi del loro tempo. È un problema di mentalità non di anagrafica.
Cordialmente,
Egregio Carlo S., innanzitutto gradirei sapere con chi sto parlando, a proposito di trasparenza.
Un articolo di parte fornisce risposte, sostituendosi al politico di controparte, ruolo non idoneo al giornalismo, né di cronaca, né di inchiesta, un malcostume oggi diffuso tra gli pseudogiornalisti in circolazione, stipendiati da giornali sostenuti da lobbies e fazioni politiche, ma tant'è, anche grazie alla campagna contro i giornali liberi perorata dallo stesso Grillo (a proposito del 77° posto in classifica).
Chi è che ha chiuso il dialogo? Chi è che ha impedito che si sviluppasse?
Addirittura, l'articolo di parte emette sentenze, ruolo spettante alla magistratura, nella procedura di indagine.
Se rileggesse attentamente, invece, troverebbe esclusivamente una analisi di un periodo e dei suoi esponenti politici, non tesse lodi al "passato che non passa", qualsiasi siano stati i rappresentanti.
E soprattutto vedrebbe che le mie sono domande che esigono risposte, non controattacchi dalle motivazioni tutte da dimostrare (4 anni in Parlamento non sono pochi).
Il problema del grillismo è elevarsi a soluzione di tutto con la "metodologia" del provare, che però, non è metodo, che è una cosa – per definizione – esclusivamente appannaggio di chi ha già provato, magari in scuola di partito (con tutte le riserve del caso, per carità).
Se vogliamo attribuire alle parole significato diverso da quel che hanno, ci si impantana in questioni senza fine e, sinceramente, ho altro da fare.
La ringrazio del lungo commento e del tempo che ha impiegato, ma delle opzioni che regala ai suoi presunti pupilli, ovvero bravura, capacità, tempismo e necessità storica riconosco soltanto tempismo e necessità storica, però quest'ultima non è un merito, ma un fatto del quale il tempismo è conseguenza.
Per quanto riguarda bravura e capacità, invece, sono esclusivamente da attribuire alla Casaleggio e, in caduta a Grillo, notoriamente "non eletti", pertanto senza voce in capitolo, pena la decadenza del principio democratico che regola il nostro ordinamento e al quale M5S si appella ad ogni pie' sospinto.
Basterebbe questo per far capire di che cosa si tratta, o quantomeno, a persona che riflette e si interroga, di che cosa potrebbe trattarsi.
A lei la risposta, come vede, pubblicando il suo stimolante commento, sono "democratico", almeno finchè faccio il giornalista…
Poi vedremo…
Cordialità
La ringrazio della lunga e dettagliata risposta sulla quale riflettero. Lei e' il primo non cestina un mio commento e risponde a tono.
La firma e' quella standard di Google e non la cambio fuori da facebook (per motivi personali). Tanto mi ha gia' trovato in fb e non mi sono nascosto.
Spero che non si offende se non le rispondo per non iniziare discussioni infinite su argomenti molto vasti, sui quali lei e' senz'altro piu' ferrato di me. La saluto e le auguro una buona continuazione.
Grazie a Lei
saluti
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